Il misterioso collegamento tra 14 geni “della magrezza” e la perdita di peso: ecco cosa potrebbe significare

Sembra proprio che i nostri geni sappiano dirci tanto su come perdiamo peso, ma attenzione a non considerarli l’unica chiave del successo!

Una ricerca recente ha messo in evidenza come le nostre differenze genetiche potrebbero avere un certo peso nel definire quanto efficacemente riusciamo a dimagrire con l’esercizio fisico. Questo, però, non significa che abbiamo trovato una bacchetta magica contro l’obesità, come tengono a precisare gli addetti ai lavori.

Certo, i geni hanno il loro da dire quando ci mettiamo a dieta e cominciamo a frequentare la palestra, ma non bisogna dimenticare che molto dipende anche dal tipo di vita che conduciamo e dall’ambiente in cui ci muoviamo.

Che impatto hanno le variazioni genetiche sulla perdita di peso?

Stando a quanto pubblicato nel Research Quarterly for Exercise and Sport, alcune variazioni nel patrimonio genetico di ciascuno potrebbero fare la differenza tra chi perde più o meno chili. Ci sono persone che hanno perso fino a cinque chili, mentre altre soltanto due. Si parla di polimorfismi di un singolo nucleotide (SNP), che potrebbero rendere più efficienti certi processi metabolici durante l’attività fisica. Marianela Aguirre Ackermann, esperta del settore, ci ricorda comunque che il peso è determinato da un insieme di variabili.

I geni possono regolare il nostro peso?

Dallo studio è emerso che ci sono 14 geni che sembrano influire sul 62% della variazione di peso tra i partecipanti. Tra questi, il nome di un gene balza all’occhio più degli altri: PPARGC1A, già noto per il suo coinvolgimento nel metabolismo dell’energia. Questo tipo di scoperte può indirizzare verso trattamenti per dimagrire molto più personali.

Seppur tutti i soggetti coinvolti abbiano seguito lo stesso programma di allenamento, i risultati sono stati molto diversi, un chiaro segnale che si dovrebbe pensare a programmi calibrati sul singolo individuo, in modo da poter massimizzare l’efficacia dell’esercizio, soprattutto per coloro che geneticamente hanno meno carte da giocare in partenza.

Il futuro della gestione del peso: verso una medicina che ci “cucia addosso” le cure

Già, sembra proprio che ci stiamo incamminando verso una medicina che ci conosce intimamente, che tiene conto della nostra unicità genetica. Questi geni dell’essere in forma rappresentano un bel passo in avanti verso questo tipo di medicina. Ma teniamo i piedi per terra: ci vorrà ancora un bel po’ di studio ed esperimenti prima che queste scoperte diventino pratica comune.

In definitiva, l’importante è ricordare che, nonostante le ricerche e le promesse di una medicina sempre più customizzata, il nostro stile di vita, quello che mangiamo, il nostro essere costanti e motivati resta fondamentale. La genetica è uno degli ingranaggi di un meccanismo ben più ampio quando parliamo di benessere e salute.

“La genetica carica il fucile, lo stile di vita preme il grilletto”, questa frase, spesso attribuita a vari esperti di salute, risuona con particolare forza di fronte ai risultati di questo studio. La ricerca mette in luce come le variazioni genetiche possano influenzare in modo significativo la perdita di peso in seguito a un programma di allenamento di resistenza. Tuttavia, è fondamentale ricordare che la genetica non è il solo fattore a definire il nostro destino fisico.

Marianela Aguirre Ackermann, con la sua enfasi sui fattori ambientali e sullo stile di vita, ci ricorda che il controllo del peso è un processo complesso, influenzato da un insieme di fattori genetici, ambientali, biologici e comportamentali. Questa ricerca, quindi, non solo apre la strada a una medicina più personalizzata, ma sottolinea anche l’importanza di non cercare soluzioni semplicistiche a problemi complessi come l’obesità.

La scoperta di questi 14 “geni della magrezza” è senza dubbio un passo avanti nella comprensione della complessa relazione tra genetica e controllo del peso. Tuttavia, come ci ricorda Aguirre Ackermann, la medicina di precisione è ancora agli albori, e la sua applicazione pratica richiederà tempo. Nel frattempo, la combinazione di un approccio personalizzato all’esercizio fisico e a un’alimentazione sana resta la strategia migliore per affrontare l’obesità, una condizione tanto diffusa quanto complessa.

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