Chi avrebbe mai detto che stare di più tra le pareti domestiche potrebbe cambiare le cose così tanto? Un recente studio getta luce su come il maggior tempo trascorso a casa stia influenzando la nostra salute e come ci rapportiamo con il mondo esterno.
È capitato un po’ a tutti, soprattutto negli ultimi anni, di passare più tempo in casa. Secondo il sociologo Patrick Sharkey, quest’abitudine, che stiamo adottando sempre più spesso, sembra avere effetti non da poco sul nostro benessere e sui legami sociali che intessiamo.
La permanenza nelle nostre abitazioni è cresciuta: un’indagine mostra un aumento medio del tempo trascorso a casa di circa 30 minuti al giorno tra il 2003 e il 2019. Con il 2020 queste ore sono addirittura balzate in alto, superando le due ore giornaliere in più rispetto agli inizi del secolo. Nonostante nel 2022 ci sia stata una leggerissima riduzione, gli adulti negli Stati Uniti stanno ancora molto di più a casa di quanto facesse qualche anno fa.
Il ruolo delle innovazioni tecnologiche nel nostro vivere quotidiano
La tecnologia è stata un fattore determinante in questa evoluzione. Già prima che il mondo venisse travolto dal virus, un certo numero di persone aveva già scelto di lavorare da casa. Nel 2019, si stima che il 6% della popolazione avesse adottato questa modalità, e la percentuale sarebbe salita vertiginosamente durante la pandemia, tagliando il tempo speso per spostarsi o anche per pranzi e cene al di fuori delle mura domestiche.
La possibilità di connettersi a Internet ha anch’essa semplificato molte delle nostre attività quotidiane. Se nel 2003 eravamo agli albori del browsing online, oggi abbiamo la comodità di ordinare qualsiasi cosa desideriamo, dal confort del nostro divano, riducendo così le occasioni di uscire di casa per fare acquisti.
Le conseguenze sul tessuto sociale e la nostra salute
Non solo le abitudini personali, ma anche le relazioni tra persone si sono modificate. In particolare i più giovani sperimentano un calo di quei luoghi di socializzazione, come parchi e biblioteche, che avevano un ruolo chiave nella vita comunitaria. Molti centri commerciali hanno persino iniziato a introdurre misure severe contro il radunarsi in gruppo.
Per quanto riguarda la nostra salute, la vita tra le quattro mura può facilmente trasformarsi in uno stile di vita sedentario, con possibili contrattempi sulla salute generale. Certo, il lavoro da casa può alleggerire alcuni tipi di stress, ma la verità è che le interazioni virtuali non possono rimpiazzare completamente quella sensazione di contatto umano diretto. Ciò nonostante, è sempre possibile coltivare le nostre relazioni sociali organizzando incontri significativi e variando i nostri rapporti.
Le nostre abitudini domestiche sono sotto la lente d’ingrandimento, mentre questo studio ci invita a prendere consapevolezza di questi cambiamenti e a ricercare un sano equilibrio fra tempo trascorso in casa e interazioni sociali.
“L’uomo è per natura un animale sociale”, sosteneva Aristotele, eppure, sembra che la nostra società stia prendendo una direzione che si allontana sempre di più da questa concezione. Il recente studio del sociologo di Princeton, Patrick Sharkey, mette in luce come il nostro stile di vita sia radicalmente cambiato negli ultimi vent’anni, spingendoci a diventare sempre più casalinghi.
Se da un lato la tecnologia e il lavoro da remoto hanno offerto innumerevoli vantaggi, dall’altro hanno contribuito a una sorta di isolamento volontario. La riduzione degli spazi di socializzazione e l’aumento del tempo trascorso tra le mura domestiche hanno effetti non trascurabili sulla nostra salute mentale e sulle nostre relazioni sociali. È paradossale pensare che, in un’epoca di iperconnessione, possiamo sentirci più isolati che mai.
Tuttavia, come suggerisce lo studio, non dobbiamo accettare passivamente questa tendenza. È fondamentale cercare attivamente modi per mantenere vive le nostre connessioni sociali, anche nell’era digitale. Forse, è il momento di rivalutare il nostro modo di vivere e trovare un equilibrio tra i benefici della vita moderna e la necessità intrinseca dell’essere umano di connettersi con gli altri.